Thursday 9 August 2012

Compassione, gentilezza amorevole ed equanimità


Serie di lezione tenuta al Istituto Lamrim, Roma
Compassione, gentilezza amorevole ed equanimità

Geshe Gedun Tharchin

La compassione e la gentilezza amorevole sono l’essenza, il nucleo del nostro cuore, prima di arrivare a questo stato mentale, dobbiamo attraversare una forma di allenamento nella pratica di un attitudine equanime. Spesso non riusciamo a raggiungere questo stato di compassione e la gentilezza amorevole per il semplice fatto che non riusciamo ad oltrepassare lo stadio dell’equanimità.
L’equanimità consiste nel trattare tutti gli esseri senzienti nello stesso modo per il fatto che tutti questi esseri soffrono. Lo sviluppo dell’equanimità si basa anche sull’assunto che il livello di sofferenza che noi stessi proviamo è lo stessa che provano gli altri, e quindi come primo passo, dobbiamo capire che la sofferenza deve essere compresa ed accettata.
Quindi possiamo parlare di tre tipi di sofferenza:
1. Il primo tipo è la sofferenza della sofferenza tra cui facciamo entrare i tipi di sofferenza più comuni come ad esempio le malattie etc. Per esempio quando non mangiamo, abbiamo dei dolori di stomaco.
2. Il secondo tipo di sofferenza è la sofferenza da cambiamento le cui condizioni sono create dalla nostra stessa vita, ad esempio quando abbiamo fame e ci fa male lo stomaco, una volta mangiato, siamo soddisfatti e comodi, in quel momento pensiamo di sperimentare una sensazione di felicità, ma in effetti è solo una sofferenza da cambiamento. Riempire lo stomaco è la causa che poi lo fa svuotare, mentre avere lo stomaco vuoto è la causa della felicità di poterlo riempire, in entrambi i casi parliamo di sofferenza.
Avere dei buoni vestiti, una bella casa, belle macchine,tutti queste manifestazioni, desideri, sono manifestazione della sofferenza da cambiamento.
Sia la sofferenza della sofferenza che la sofferenza da cambiamento, sono entrambe parti della nostra esistenza e sono difficili da evitare, ma possiamo esercitarci a riconoscere la natura dolorosa di queste manifestazioni. Ammetterne la non desiderabilità ci porterà di conseguenza a non voler rincorrere questo tipo di desiderio e quindi, di conseguenza, veder presto diminuita la nostra dose di sofferenze personali.
3. Il terzo tipo di sofferenza è la sofferenza pervasiva, la sofferenza da condizione che, per riprendere l’esempio dell’alimentazione, risiede nel fatto sesso che possedere uno stomaco è di per se sofferenza, infatti se non lo possedessimo, non potremmo sperimentare i due primi tipi di sofferenze. La nostra esistenza attuale è condizionata in partenza dal fatto di avere uno stomaco, solitamente noi interpretiamo il fatto di possedere uno stomaco in modo positivo perché ci permette di mangiare e di stare bene, ma questo invece è il problema più grande.
Così queste tre tipi di sofferenza che condizionano la nostra esistenza vanno osservati e ben indagati; Nirvana, significa poter vivere senza dover avere a che fare con queste sofferenze in particolare col terzo tipo di sofferenza. Se noi osserviamo gli esseri umani, tutti hanno in comune il fatto di avere un corpo che genera di per se sofferenza, ed è da questo punto di vista che possiamo affermare che tutti gli esseri umani, indistintamente, hanno lo stesso tipo di sofferenza.
E’ molto difficile liberare il proprio corpo, che è completamente condizionato da circostanze e condizioni di tipo samsarico ma proprio per questo l’unica cosa che noi possiamo liberare è la nostra Mente che è un fenomeno senza forma, un po’ come lo spazio , non ha stomaci da riempire e non diverrà affamato se non gli date del cibo; quindi la mente ha la grande capacità di sostenere la nostra gioia e la nostra soddisfazione. La nostra mente dovrebbe guardare ai tipi di sofferenze che dipendono dal fisico, quindi dall’osservazione dell’interdipendenza tra la mente ed il mondo fisico, posiamo eventualmente riuscire a sviluppare un’attitudine equanime e quindi, in un secondo momento un certo tipo di compassione di gentilezza amorevole. Quindi la nostra Mente ha una enorme capacità che può sviluppare una piena libertà che è meno dipendente dalle condizioni di tipo fisico.
Dovrebbe essere chiaro a questo punto quali sono le qualità della nostra mente e come queste qualità rendono la nostra mente un fenomeno assolutamente speciale. La nostra mente è come il cristallo, qualcosa di molto prezioso indistruttibile come il diamante.
La rabbia non è qualcosa di forte, la rabbia è un segno di debolezza, la rabbia è la parte più debole dei nostri fattori mentali; la calma, una mente pacificata è la compassione, è la forza degli stati mentali, la vita della mente è costituita dalla calma della mente stessa. Fintanto che la nostra mente sarà calma, significherà che è viva , e che noi stessi siamo vivi, al contrario, quando la nostra mente è sopraffatta dalla rabbia o da una qualsiasi emozione negativa, questo significa che non stiamo più vivendo, e ciò distrugge con la nostra salute mentale anche tutta la nostra salute fisica e ci rende sempre più deboli e dopo un po’ queste emozioni negative diventano i nostri padroni e da quel momento non avremo più nessun tipo di felicità di gioia, di rilassamento; qui non si tratta tanto di pace e rilassamento con gli altri, ma dell’armonia con se stessi con i quattro elementi che ci costituiscono.
E’ quindi importante cercare di non essere sopraffatti dalle emozioni negative ma essere invece dominati da quelle positive, emozioni di pace e di tranquillità.
E’ sempre possibile anche in presenza di una Mente impostata su pensieri e attitudini di pace e tranquillità che si sviluppino a livello superficiale delle piccole manifestazioni negative ma se sono davvero piccole, non saranno di grande ostacolo allo sviluppo della Mente di questa persona. E tutto questo per dire che la maggior parte delle azioni che noi compiamo con il corpo, con la mente e con le azioni, dovrebbero essere per la maggior parte sulla ricerca dell’attitudine di pace e di tranquillità.
Molto spesso la paura e la compassione sono concetti opposti, la paura è segno di debolezza.
Male parole o di attitudini violente sono causate dalla paura non da una mente pacificata, quindi la comprensione della realtà che chiamiamo saggezza combinata con un’attitudine di pace e di tranquillità che chiamiamo compassione, una volta unite queste due qualità, allora noi possiamo creare delle forti cause e condizioni per una salute del corpo e una salute della mente che ci porterà ad uno stato di assenza di paura e questo è molto importante.
Quando invece siamo noi a dover subire delle attitudini di questo genere, cattive parole, o gesti violenti, dobbiamo capire che questi sono non il prodotto di una mente forte, del carattere di una persona con grande forza interiore, ma i risultati di grandissime paure, di grandi sofferenze.
Non bisogna considerare queste persone necessariamente negative o cattive ma queste persone dovrebbero diventare un’occasione per poter sviluppare una grande compassione dentro di noi. Il risultato di questo allenamento è quello si sviluppare una grande forza interiore, una pace e un rilassamento interiore difficile da scalfire, di sviluppare un grande coraggio e saggezza, di sviluppare la comprensione della realtà ultima della sofferenza, del Samsara e di Dukka.
Gentilezza amorevole e la compassione danno grande speranza, grande forza interiore e grande coraggio; riuscire a vedere la sofferenza negli altri ci infonde grande coraggio e più forza, più rilassamento e più tranquillità, nessuna agitazione, nessuna aggressività.
Questo è il risultato di un esercizio particolare, un modo di fare che è molto efficace perché è basato sulla realtà, sul reale modo di funzionamento della realtà basato sulla causa e sull’effetto.
Non è semplice da comprendere e da praticare, ma è importante comprendere che l’osservazione della sofferenza alimenti la nostra forza interiore e soprattutto come confrontarsi con l’aggressività e la rabbia degli altri dia più calma come l’esempio immenso di Gandhi, che sviluppò la sua forza interiore non rispondendo alla rabbia con altra rabbia, ma rispondendo con la calma e la gentilezza amorevole. Questo non significa che dobbiamo accettare supinamente ogni aggressione ma rispondere con compassione evitando di dimostrare rabbia o avversione verso queste persone. Anzi l’osservare queste situazioni può darci la forza per non seguire questo sentiero sbagliato.